L’Arcivescovo Delpini a Voltorre

Anniversario dedicazione della Chiesa Parrocchiale 

San Michele in Voltorre di Gavirate

Sabato – 7 gennaio 2023

 

Egli, infatti, è la nostra pace

 

  1. Il muro di separazione, cioè l’inimicizia.

Il nemico dell’uomo e del bene ha seminato tra gli uomini un principio di divisione, un seme di inimicizia. Fin dal principio la differenza è diventata un motivo di ostilità: Caino contro Abele, il coltivatore contro l’allevatore, l’altro come una minaccia.

La storia dell’umanità racconta dell’invincibile inimicizia che rende insicura la vita, pericoloso l’incontro, impossibile intendersi. Le lingue diverse sono il segno più evidente dell’estraneità tra le persone e tra i popoli. Anche quelli che parlano la stessa lingua, anche quelli che abitano la stessa terra, anche quelli che fanno lo stesso mestiere, anche quelli che praticano la stessa religione, hanno la pelle dello stesso colore, portano in sé il principio di divisione, cioè l’inimicizia.

  1. Gli ingenui propositi di pace.

Si fanno avanti i sapientoni a proporre ricette per porre fine all’inimicizia: “Io so come fare; date retta a me!”. E formulano fantasiosi e ingenui percorsi di riconciliazione.

C’è chi propone il buon senso e la ragione e invitano a ragionare: si mettono a ragionare e finiscono per trovare che è più ragionevole l’odio che l’amore.

C’è chi propone l’economia e l’interesse: vanno d’accordo quelli che hanno interessi comuni. Si associano per cercare insieme il tesoro che rende felici e finiscono per derubarsi gli uni gli altri con l’inganno e la violenza.

C’è chi propone un’autorità che domini su tutti per imporre l’unità del popolo. E l’autorità finisce per essere tirannide più spietata di ogni guerra.

E discutono, discutono i sapientoni della terra e finiscono per dividersi fino a fare delle parole e dei pensieri armi per farsi del male, disprezzarsi a vicenda.

  1. La via di Gesù: Egli è la nostra pace.

C’è però un seme di pace che è stato posto nella storia dell’uomo dal desiderio di Dio. Infatti prima che il nemico dell’uomo seminasse il principio della divisione, il progetto di Dio ha creato l’uomo e la donna come libertà perché possano rispondere alla vocazione ad essere immagine e somiglianza dell’amore di cui vive Dio stesso.

Perciò tutto è stato creato nel Figlio e per mezzo del Figlio.

Il seme della pace è germogliato nella storia nel Figlio di Dio fatto figlio dell’uomo, in Gesù.

Non è una ricetta, non è un programma, non è un’idea. È Gesù, di Nazareth, figlio di Maria.

È un seme che porta frutto perché muore nella terra. È un seme che vince la durezza della terra, l’ostilità del nemico dell’uomo, resiste a tutte le avversità: è un seme, non una soluzione, è un uomo, non un’idea. È perciò un modo di essere uomo che costruisce la pace con una tenacia che niente può vincere, niente può annientare. È l’Uomo che ama con il cuore di Dio.

  1. L’essere uomo del Figlio scrive la storia dei figli di Dio.

L’essere uomo di Gesù diventa una possibilità praticabile di essere uomini e donne per grazia di Dio, per potenza di Spirito Santo.

Coloro che ricevono il dono dello Spirito si radunano per essere un segno dell’umanità desiderata da Dio, si radunano nella Chiesa per offrire all’umanità la speranza realistica della pace. Gesù è la nostra pace: noi siamo il popolo della pace.

Qual è dunque la via della pace? Di che cosa vive la Chiesa per essere un segno che il seme della pace continua a germogliare sulla terra degli uomini?

  • Questo è il Figlio mio, l’amato: la riconciliazione con Dio. Il popolo della pace è l’umanità che si lascia riconciliare con Dio, che vive della vita di Dio. La chiesa che raduna i figli di Dio è casa di preghiera, cioè luogo per celebrare la presenza di Dio nel mistero di Gesù, “per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce.

  • Pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini: ha abbattuto il muro dell’inimicizia, ha rivelato la fraternità possibile. Tutti si radunano nell’unica chiesa senza colonne e l’assemblea liturgica diventa segno e promessa di pace. Le differenze non un seme di divisione, ma una vocazione all’edificazione dell’unico corpo: uomo e donna, giudei e pagani, clero e popolo, gente nata in paese e gente venuta da qualsiasi altra parte. Che cosa siamo, in sostanza? Fratelli, sorelle, perché figli dell’unico Padre, battezzati nello stesso Spirito. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

 

  • Accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano: la chiesa principio di riconciliazione di tutti i popoli è missionaria. Non si chiude nella rassicurazione offerta dalle mura, ma trova la sua sicurezza nell’abbattere il muro di separazione per aprire porte che accolgono tutti, che permettono a tutti di entrare e impegnano tutti ad uscire per portare a tutti l’annuncio della convocazione universale.

Perciò celebriamo l’anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale, per ricordare chi siamo, quali siano le nostre radici e quali siano le strade da percorrere:

la chiesa: casa di preghiera. Il tabernacolo, l’altare, l’Eucaristia, sacramento della nuova alleanza.

la chiesa: per essere insieme, senza divisioni. L’aula dell’assemblea senza colonne

la chiesa: le porte aperte per tutti.

mons. Mario Delpini

si ringrazia Maurizio Buzzini per la concessione delle foto
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